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Terre confiscate alla camorra: presunti interramenti.
Alcuni cittadini residenti in località Piano Rosso – Cisterna esternano i loro timori attraverso un esposto anonimo: questo è il tema dell’interrogazione parlamentare dei Portavoce M5S al Senato Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni.
Dopo le dichiarazioni dell’ex boss Carmine Schiavone, tornano alla memoria i viavai di camion in alcuni terreni a nord di Latina che, prima della confisca, appartenevano a Francesco “Sandokan” Schiavone, cugino del pentito casalese. Rimorchi che portavano via la terra ricca di argilla da uno scavo di grandi dimensioni; si dice destinata all’impermeabilizzazione della vicina discarica di Borgo Montello. Successivamente, quell’enorme buca fu chiusa e nessuno, in quel momento, si domandò con quale materiale fu riempita: un interrogativo che, invece, tornò ad affacciarsi quando la realtà conclamata della “Terra dei Fuochi” mise sul chi va là larga parte della bassa costa tirrenica.
Dopo la confisca, il podere oggetto dell’esposto fu consegnato in gestione alla cooperativa sociale “Il Gabbiano”, sulla cui pagina web si legge: “Il fondo agricolo consiste in una superficie di oltre 10 ettari di terreno, di cui 6 a vigneto, con un fabbricato rustico. Il tutto in un avanzato stato di abbandono dovuto a diversi anni di non uso e danneggiamenti: il fabbricato non agibile, il vigneto con necessità di interventi di ripristino dei filari, il restante terreno, con la presenza di depressioni e dislivelli, da recuperare all’uso sociale”; gli interroganti aggiungono: “il che non costituisce evidenza alcuna relativa agli interramenti in questione, ma sicuramente avalla la tesi di abbandono e scarso controllo nonché di possibili movimenti di terreno prima dell’avvento della cooperativa”. Continua a leggere